Spettacolo di teatro e danza: "Il gabbiano Jonathan Livingston"

14 ottobre 2006, Maccagno - 11 novembre 2006, Milano - Spettacolo di teatro e danza: "Il gabbiano Jonathan Livingston" - Educare a non accontentarsi e a cercare di volare alto.

 

Prefazione

Ci sembra doveroso e opportuno fare una premessa, allo scopo di non generare confusioni o sincretismi religiosi. La nostra è un’Associazione di ispirazione CATTOLICA e se abbiamo scelto di mettere in scena il testo teatrale "Il Gabbiano Jonathan Livingston" tratto dal libro di Richard Bach, lo abbiamo fatto per evidenziare quelle parti condivisibili che presentano valori come l’amore per il prossimo, la trascendenza di Dio, il superamento del materialismo, la tensione dell’uomo verso la perfezione. Purtroppo il testo COMPLETO dell’autore presenta ipotesi dottrinali che si discostano notevolmente dalla dottrina cristiano-cattolica.

Diciamo subito che non intendiamo giudicare la vita personale dell’autore, né tanto meno proporla come modello (pensiamo quanti artisti eccellenti hanno avuto una vita personale con dei lati oscuri, eppure non gettiamo alle ortiche le loro opere!) Gli aspetti che nel testo "completo" del romanzo di Richard Bach, contrastano con il cattolicesimo, ci sembrano i seguenti:

  • nella tensione verso la perfezione, si tende a valorizzare esclusivamente lo sforzo personale e non, innanzi tutto, l’opera necessaria della Grazia divina
  • non si tiene conto del peccato originale, che oscura nell’uomo la sua "immagine e somiglianza" con Dio. Da qui la necessità della Grazia che libera la libertà umana (dono di Dio) da ogni inquinamento.
  • si sostiene la tesi, che deriva dall’ induismo e dal buddismo, di successive reincarnazioni, anziché la speranza della risurrezione, come insegnano le Sacre Scritture ed è testimoniata da Gesù
  • Mentre Papa Giovanni Paolo II ha insegnato che fede e ragione sono le due ali dell’uomo, in questo libro è messa in evidenza la possiblità dell’uomo di superare i propri limiti con la sola ragione.
  • I Vangeli narrano episodi in cui Dio guarisce da mali spirituali e fisici, in particolare quando incontra persone di grande fede. Il libro invece esprime l’idea che l’uomo, se ha molta fiducia in se stesso, può riuscire a guarire le proprie infermità.
  • Il testo suggerisce che l’uomo, può trovare in sé la capacità di essere maestro di se stesso, e non accenna all’unico maestro Gesù che, in opere e parole, indica all’uomo come si realizza la pienezza di umanità e la santità
  • Il testo non esprime con chiarezza che i suggerimenti erronei ( che noi definiamo tentazioni) vengono dal maligno. Ad esempio chi consente al suo io di soggiacere alla superbia, è indotto a ritenersi "come Dio" e perciò in grado di discernere e decidere cosa è bene e cosa è male
  • S. Agostino insegna che l’uomo raggiunge il sommo bene solamente quando incontra Gesù e vive unito a Lui. Quando Gesù prende dimora in una persona, essa riceve l’impulso dello Spirito che la rende atta ad amare in modo perfetto; nel contempo la divina Trinità diventa compagna della sua vita e tale compagnia non lascia rimpianti per presenze umane che mai potranno consolare e amare quanto e come Dio stesso.

Descrizione

Il testo teatrale di recitazione e danza è stato tratto dal libro di Richard Bach "Il gabbiano Jonathan Livingston", tradotto in italiano da Pier Francesco Paolini e adattato da Giovanna Tauro. L'Associazione Emmaus ha scelto questo soggetto per trasmettere con il teatro un messaggio di libertà in controtendenza rispetto alla società dei consumi dalla quale i cristiani non dovrebbero lasciarsi condizionare. Il pensiero debole, così massificato, tende a dimenticare che l'uomo non ha solo fame di cose materiali ma anche di ideali alti per i quali valga la pena di vivere. Il gabbiano Jonathan Livingston è simbolo della persona umana che non si accontenta di "volare basso" e cerca la propria perfezione e realizzazione con il coraggio di osare, quasi sfidando le possibilità umane, profezia di azione che vede al di là della contingenza e prepara il futuro.

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