Un lavoro a servizio dell'uomo

Giovanni Paolo II, uomo di Dio e uomo del lavoro

Messaggio dell’Arcivescovo Dionigi Tettamanzi, in occasione della Veglia per il Lavoro 2011

(alcuni passaggi)

Carissimi uomini e donne del lavoro,

... quest’anno la Veglia acquista una rilevanza speciale per la felice coincidenza tra il 1° maggio – Memoria di San Giuseppe Lavoratore – e la beatificazione di Giovanni Paolo II, che possiamo definire un vero e proprio “apostolo del lavoro”, dopo essere stato lui stesso “uomo del lavoro”. Lo ricordava il 19 marzo 1982, a pochi mesi dalla pubblicazione della sua prima grande enciclica sociale Laborem exercens. Egli diceva: “Nella Laborem exercens ho riversato la diretta esperienza che ho fatto di questo mondo che è il vostro e che fu anche mio. Sono stato, infatti, uno di voi….. Considero una grazia del Signore l’essere stato operaio, perché questo mi ha dato la possibilità di conoscere da vicino l’uomo del lavoro, del lavoro industriale, ma anche di ogni altro tipo di lavoro. Ho potuto conoscere la concreta realtà della sua vita: un’esistenza impregnata di profonda umanità, anche se non immune da debolezze, una vita semplice, dura, difficile, degna di ogni rispetto”.

Da questa enciclica, sempre di grande attualità, desidererei raccogliere qualche spunto, per rilanciare in avanti nel tempo alcuni suoi insegnamenti profetici. … il lavoro non è soltanto un’attività esteriore della persona umana; ma è, secondo Giovanni Paolo II, addirittura una chiamata …….Il frutto del lavoro – si tratti di un bene economico, della prestazione di un servizio o altro – porta impressa in sé l’umanità del suo autore, analogamente a come un’opera d’arte porta impressa in sé la vena artistica del suo artefice. ………Lavorare allora è partecipare alla creazione, è un modo di essere con-creatori ...

... fra poco più di un anno a Milano si terrà, per scelta del Santo Padre Benedetto XVI, il VII Incontro mondiale per le famiglie, sul tema: “La Famiglia: il lavoro e la festa”.

In realtà, per una famiglia il lavoro è non soltanto sostentamento, pure indispensabile, ma è anche risorsa educativa, occasione di crescita in umanità, di crescita comune dei suoi membri nel segno della reciproca collaborazione e condivisione.

... Occorre riscoprire una più ampia, intensa ed efficace solidarietà anzitutto tra le famiglie. Mi auguro, insieme a tutti voi, che l’incontro con e tra le famiglie che proverranno da tutto il mondo,  sia occasione per una rinnovata apertura alla mondialità, alle nuove presenze che vivono ormai da decenni sul nostro territorio e non possono essere ritenute soltanto un’emergenza: sono piuttosto un’opportunità per stringere a vari livelli – sociali, culturali, religiosi – legami nuovi, più intensi e solidi, specialmente tra le famiglie dotate di maggiori possibilità e quelle più disagiate ...

(Il lavoro) è anche creatore di legami nuovi di solidarietà tra i lavoratori ...

... Il lavoro, si esprime anche nel servire, con impegno e assiduità, il bene comune, ossia il bene della società intera: tutti siamo beneficiari del lavoro degli altri, e questo in tutti i campi del vivere ... Il lavoro non può mai essere considerato opera individuale. E’ sempre opera comune, perché reso possibile da altri e finalizzato ad altri ...

Dobbiamo rilevare che questo legame, un tempo spontaneo e diffuso, oggi è diminuito e in non pochi casi è venuto meno: conflittualità, competitività sfrenata, divisioni sono purtroppo spesso presenti anche tra i lavoratori, che pure dovrebbero avvertire come preminente il senso di comunanza che scaturisce dal condividere quotidianamente molti aspetti del vissuto. L’Impresa stessa, secondo la dottrina sociale della Chiesa, dovrebbe divenire sempre più una “comunità di persone” (Centesimus annus, 35)

La spiritualità cristiana del lavoro

... il lavoro, pur appartenendo alle realtà umane e come tali soggette al limite, all’ambiguità, al male e al peccato, è luogo salvifico. Sì, carissimi: il lavoro è ambito in cui si sperimenta in molti modi la perdita di sé, si sacrifica gran parte del proprio tempo o addirittura la propria vita. Ma, se spesso è luogo di fatica, di conflitto e di contraddizione, è pure ambito in cui si fa presente la forza di vita propria della risurrezione.

... voglio riascoltare con voi queste espressioni toccanti di Giovanni Paolo II: “Nel lavoro umano il cristiano ritrova una piccola parte della croce di Cristo e l'accetta nello stesso spirito di redenzione, nel quale il Cristo ha accettato per noi la sua croce. Nel lavoro, grazie alla luce che dalla risurrezione di Cristo penetra dentro di noi, troviamo sempre un barlume della vita nuova, del nuovo bene, quasi come un annuncio dei «nuovi cieli e di una terra nuova», i quali proprio mediante la fatica del lavoro vengono partecipati dall'uomo e dal mondo” (Laborem exercens, 27) ... Lo spendersi dell’uomo, anche mediante il lavoro più umile e nascosto, non è mai perduto, ma ritrovato; è seme gettato nel solco della storia, che darà frutto a suo tempo, per sempre e per tutti, nel Regno di Dio.

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