Educhiamoli alla fatica

Dice il Presidente della ConfArtigianato che serve una rivoluzione culturale che educhi i giovani al lavoro, alla fatica, che faccia capire che i mestieri manuali costano sudore, ma danno grandi soddisfazioni.

In un periodo di crisi economica come l’attuale, con molte aziende che si vedono costrette a licenziare i loro dipendenti, esistono realtà che non riescono a reclutare lavoratori manuali perché si è diffuso tra i giovani il disvalore della manualità come se certi lavori fossero di serie B.

 

Il consiglio del Presidente di ConfArtigianato è che l’apprendistato entri nelle scuole perché il nostro è un paese manifatturiero ed è necessario riportare al centro il lavoro vero perché le professioni da ufficio sono ormai sature e quelle manuali restano scoperte.

Il nostro è un problema soprattutto formativo, che dovrebbe portare l’impresa a scuola da subito, per un contatto diretto fra la scuola e il mondo del lavoro. Per questo serve una nuova mentalità offrendo ai ragazzi e alle loro famiglie un quadro chiaro del mercato del lavoro. La scuola dovrebbe offrire un percorso in tre passaggi:

  1. una fase formativa parificata di sei mesi e un anno di apprendistato nelle imprese
  2. orientamento stimolando professioni dove c’è maggiore domanda
  3. contratto di apprendistato

La mancanza della sicurezza lavorativa rende i giovani demotivati, sfiduciati e a volte depressi. Un paese senza fiducia è un paese senza futuro.

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