Rete digitale: trasformazione che lascia il segno

Il flusso mediatico ha soppiantato per molti giovani le altre agenzie educative. Basta osservarli quando sono davanti a un computer: intuitivi, veloci, navigano con estrema semplicità.
Cercano nuove metodiche di ricerca e di studio, ma anche dei contatti che, se curati con costanza, possono diventare incontri e relazioni non superficiali.
Se il tempo dei convegni volge al termine, se la carta stampata è diventata il parente povero delle comunicazioni ( anche se il giornalismo non potrà finire), se “comunicare” serve a un percorso educativo perchè consente il confronto e il dialogo sia tra generazioni che tra culture differenti, anche i cristiani devono essere antenne sensibili capaci di usare i nuovi media, le nuove tecnologie e abitare la rete. Come? Inserendosi alla pari, con stile rispettoso e dialogico, per far nascere quelle domande che nascono nel profondo di ogni cuore e che cercano risposte. Ogni uomo che vive sente e riconosce la precarietà dell’avventura umana. Per questo cerca una risposta ai suoi limiti Noi cristiani, non per arroganza ma per fede supportata dall’esperienza, sappiamo che solo in Dio, l’uomo trova il senso della sua vita.
La rete è occasione per declinare la fede nel Vangelo connessa alle esperienze di vita (fatti, pensieri, affetti, emozioni), alla luce dei profondi mutamenti del nostro tempo.
Le nuove tecnologie sono una piattaforma veloce che consente una rottura dei confini, li cambia, dà forza alle persone per portare avanti ideali e impegni comuni. Il confine così concepito diventa la piazza come luogo dell’incontro, il territorio amicale dove le identità culturali comunicano.
E’ qui che noi cristiani possiamo investire per la testimonianza del Vangelo, sapendo ascoltare e rispondere con rispetto proponendo i nostri valori.

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