L’etica pubblica e il fango

L’etica è quella scienza che studia cosa è bene per la persona umana. Non è palpabile, non è oggettivabile, è la verità che ha la forma del prisma e che se ne vedi solo una parte non è più verità. E’ necessaria alle persone, alle comunità che vivono sul pianeta, affinchè possano vivere senza dissidi, senza guerre né psicologiche, né armate.

Ogni uomo ha sete di verità. Ma la sua sete affoga nella melma della menzogna di chi vuol apparire più di altri, di chi vuole con avidità accumulare denaro e potere, di chi sa giocare bene con le parole per generare strane filosofie, di chi insomma ha interessi personali ed egoistici da perseguire.
Quando le persone affogano in questa melma, diventano cieche e incapaci di ragionare, sono sorde a qualsiasi contraddittorio, e a loro volta sputano melma su altri, così l’intera comunità naviga nella melma con scarsa speranza di uscirne.

L’etica pubblica è la somma dell’etica di tante persone singole che perseguono il bene. Ma non si può perseguire il bene se non lo si conosce. Il cristiano è aiutato a conoscere il bene se conosce Cristo. Egli,  uomo-Dio, è l’unico strumento di comprensione della verità “Io sono la via, la verità, la vita” (Giovanni, 14-16) e anche della nostra umanità in cui Dio ha deciso di incarnarsi. Attraverso la Grazia santificante poi, Dio invia messaggi al cervello umano per renderlo capace di dare sapore e senso all’esperienza umana.

Il cristiano dunque si avvantaggia di ciò che gli viene donato gratuitamente e mentre impara a conoscersi, aumenta la comprensione del tutto: lo sa bene chi ha l’esperienza di un figlio che da neonato diventa adolescente. Se lo osserva di come il bimbo si accosta alla realtà, si rende conto che il meccanismo della conoscenza è proprio questo: conoscere se stessi per conoscere ciò che è fuori dal sè.
Questo basilare riconoscimento rende capaci di discernere tra il bene e l’infamia, di discutere con chi la pensa diversamente con la possibilità di arricchimento reciproco. Chi non conosce se stesso, non riesce a conoscere la verità degli altri. Questa ignoranza del proprio sé,  rende le persone grette, arroganti, maldestre nei giudizi: esse sono come specchi infranti, poiché come specchio erano a somiglianza di Dio, ma infranti non conoscono, non comprendono, in una parola “non sanno quello che fanno” (Luca, 23-34).

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